Mostra “Merletti antichi – la tradizione è attuale”

Per l'ultimo post sulle mostre del merletto goriziane di questo mese mi sono presa il mio tempo. Perché? Semplicemente perché c'era tanto da scrivere, ma prima ancora, da meditare, da ponderare. L'emozione che si prova davanti a un lavoro eseguito al merletto a tombolo, infatti, è irripetibile e unica. Se poi ci troviamo dinanzi a una collezione di lavori che vanno dal Seicento agli inizi del Novecento, capirete che si rischia la sindrome di Stendhal.

Anche per queste ragioni non mi sono accontentata di ammirare la Collezione Molinis durante la sua inaugurazione, avvenuta venerdì 10 giugno, ma sono tornata diversi giorni dopo per poter osservare con attenzione ogni bordura, centrino e accessorio per signora racchiuso nelle teche della Biblioteca Statale Isontina di Gorizia.

Ammirare la collezione della professoressa Molinis è come fare un viaggio nei secoli. Io sono una grande esteta: amo l'armonia, la bellezza e la cerco continuamente, perciò capirete perché durante la visita mi sono sentita "a casa". Con il pensiero, infatti, sono tornata addirittura ai tempi dell'infanzia, quando leggevo "Le piccole donne" di Louisa M. Alcott, e Meg, la più grande delle sorelle March era la più brava a occuparsi di quello che oggi chiamiamo "outfit". L'economia domestica della famiglia era difficile, perciò la brava Meg era capace di rinnovare il guardaroba sostituendo una bordura, o un nastro con una passamaneria, cucendo un filo di sottili perline sull'orlo di una manica un po' consumata. Le sorelle March sarebbero impazzite alla vista di tutti questi merletti!

COLLO BERTA
Merletto a fuselli Flemish, 1880-1900
Beta di grandi dimensioni prodotta in Belgio e proveniente da una collezione privata inglese. 
Il disegno floreale è molto arioso ed i ramages sono collegati da leggere barrette con pippiolini. 
Questo tipo di collo, quasi sempre di color bianco-crema, forma quasi una mantellina su abiti prevalentemente scuri 
ed aveva lo scopo di schiarire ed alleggerire le mises un po' austere dell'epoca.

COLLO BERTA
Merletto a fuselli in seta policroma, 1880-1900
Eleganti ramages eseguiti in punto tela e mezzopunto in singoli pezzi separati. Sono ricomposti e posizionati 
su tulle nero che enfatizza lo straordinario uso della seta colorata in più di 15 gradazioni di colore.
Si tratta di un raffinato esemplare realizzato nel laboratorio della manifattura Jesurum (Venezia) 
la cui produzione di merletti policromi è attestata fin dal 1878, anni in cui essi valsero una medaglia d'oro all'esposizione universale di Parigi. Da allora Michelangelo Jesurum fu soprannominato "il Michelangelo dei fuselli". Infatti, negli elementi fitoformi le sfumature sembrano pennellate stese da un pittore. 
L'effetto scenico è dovuto al sapiente uso dei fili di seta policroma, fili di ordito in tre gradazioni ben distinte, 
lavorati con una trama del colore più chiaro.

FAZZOLETTO
Merletto a fuselli del tipo Rosaline perlée, 1890-1900.
Merletto a pezzi riportati dai minuti fiorellini stilizzati ed evidenziati dal bottincino centrale eseguito ad ago.
Questa tipologia fu messa a punto a Bruxelles nel tardo Ottocento traendo ispirazione 
dal merletto ad ago veneziano della fine del Seicento.

Tutto ciò mi fa riflettere anche su un aspetto dei nostri tempi: ci sono più negozi di abbigliamento e accessori che locali. Significa che la gente ama comprare vestiti. Eppure, anche se non sono una snob, devo ammettere che fatico a trovare indumenti di qualità e soprattutto speciali, ovvero capaci di far sbocciare la mia personalità anche all'esterno. Per questo motivo mi diletto a cucire. Certo, non sono una sarta, sono riuscita ad assistere a poche lezioni da adolescente, eppure la scelta di entrare nella Scuola di Merletto di Gorizia è anche una conseguenza della mia sfrenata passione per la sartoria e i suoi dettagli.

OMBRELLINO DA SOLE
Merletto Chantilly meccanico, 1870-1890
Negli anni Settanta dell'Ottocento il merletto meccanico riuscì ad imitare le composizioni più raffinate dei motivi 
che caratterizzavano il merletto Chantilly, decretando di fatto la caduta della lavorazione manuale. 
Il meccanismo era preferito perché era meno costoso e più robusto.
Questo esemplare francese presenta esternamente un merletto meccanico composto da 8 spicchi decorati
 da un mazzo di fiori centrale, mentre l'interno è foderato e doppiato con seta beige.
Il leggero manico in osso scolpito, come il pomolo, è pieghevole con un sistema di chiusura in metallo leggero 
che mantiene la forma.

CAPPA
Merletto a fuselli Chantilly, 1850-1865
Si tratta di uno scialle di grandi dimensioni adatto per essere indossato come una cappa. 
La ricchezza compositiva unita al naturalismo dei motivi decorativi e al loro elegante movimento rimandano 
questo pezzo al periodo di maggior splendore del merletto Chantilly.

Guardate questa cravatta da donna:

 Merletto a fuselli del tipo Chantilly, 1870 circa.
Fiori e foglie, ripetuti alternativamente, delineano il bordo del merletto e vanno rimpicciolendo mano a mano 
che questi si assottiglia. I lembi pendenti si allargano a racchiudere una rosa ricca di petali dalla quale parte 
un gambo fogliato che si raccorda a una rosa più piccola e va a terminare in un rametto di rosa canina. 
Quest'ultimo rametto si ripete a intervalli regolari da un lembo all'altro in un fondo chiaro, leggero e impalpabile.
Le cravatte di merletto, di moda a partire dagli anni Settanta, venivano indossate girate intorno al collo o annodate 
con un fiocco in modo da far scendere le due estremità sul seno.


Oppure questi mezzi guanti:

Merletto a fuselli del tipo Chantilly, 1860-70.
I mezzi guanti o mitaines erano un accessorio molto ricercato e completavano l'abbigliamento della signora elegante 
per la quale la mano guantata era segno di distinzione sociale. 
Le riviste di moda dell'epoca trattano con cura le regole per indossarli.
Nel 1877 Il Bazar raccomanda alle signore di avere dita graziose e unghie rosate poiché col mezzo guanto esse erano 
in vista, mentre nel 1882 La moda indica l'utilizzo dei mezzi guanti sopra ai guanti in capretto.

E ora immaginate di uscire una sera e indossare una camicia bianca e un paio di pantaloni a sigaretta con scarpe decollte dal tacco alto e aggiungere la cravatta da donna che vedete, oppure, optare per un semplicissimo tubino nero e infilate questi mezzi guanti. Non vi sentireste una regina?




ABITO LINGERIE
Questo tipo di abito, estivo e informale, solitamente bianco e privo di fodera, impreziosito da merletti, 
era in uso all'inizio del XX secolo.
E' stato acquistato in un'asta privata e fa parte di un corredo proveniente da un castello francese.
Si compone di due pezzi staccati (corpino e gonna) in pesante lino di colore avorio. Il modelli è severo, 
ma ingentilito da inserti di semplice merletto a fuselli del tipo Cluny di provenienza francese. 
Sul corpino il merletto sale verticalmente curvando a seguire la manica mentre serra il collo nella tipica guimpe
Il corpino è chiuso sulla schiena con una lunga e fitta fila di bottoncini in madreperla ad asole.
La gonna scende diritta e presenta il merletto posizionato orizzontalmente poco sopra l'alto orlo. 
L'incasso corre sul retro della gonna, mentre sul davanti non va a congiungersi, interropendosi 
su entrambi i lati a breve distanza dal centro.

Ecco cosa vedo io nel merletto: la possibilità di creare dei pezzi unici per il mio guardaroba, la mia casa, regali per amiche speciali e poi un ponte che ti conduce direttamente al mondo della creatività estrema, perché alla Fondazione Carigo, nell'esposizione delle opere delle allieve della Scuola di Merletto di Gorizia c'era anche una sezione dedicata alla sperimentazione, e lì ho visto borse da donna cucite e merlettate con fili di ogni materiale e l'utilizzo del cuoio, separè di ferro battuto, dipinti di Klimt ai quali è stata aggiunta una fitta e intricata trama di merletto, con un effetto 3D ricchissimo, oltre che spettacolare.

Il merletto non è più un passatempo antiquato per nonne in pensione, bensì un'arte antica, un artigianato tanto complesso quanto ammaliante che si aggiorna di anno in anno, uscendo dalle case e dai bordi dei vestiti per entrare nella vita quotidiana. E' per questo che io lo amo: la sua bellezza non è semplicemente sostanziale, ma universale.

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