La religione non è sufficiente

Il Prof. Alberto Melloni, storico, sulla Blasfemia:

“La ragione per cui nelle fedi di Abramo il nome di Dio è protetto e va usato solo nella preghiera e con riguardo, o addirittura taciuto, non è per l'idea presuntuosa di mettere al riparo Dio dalle parole blasfeme degli uomini, ma proprio per proteggere l'idea che si possa usare Dio per prevaricare o per uccidere gli altri. Dunque, se a Parigi, nella redazione di Charlie Hebdo, un atto di blasfemia c'è stato, è quello di chi ha ucciso credendo di poterlo fare nel nome di Dio”.


Avrei potuto scrivere questo post mesi fa, esattamente l'indomani dell'attentato alla redazione francese. Invece c'è voluto l'intervento dei Prof. Melloni oggi a “Il tempo e la storia”, meraviglioso programma di Rai 3 a stimolarmi a scrivere sull'argomento. Fiumi di inchiostro sono colati sulla carta per descrivere l'indignazione, l'orrore, la frustrazione e la disperazione per quanto è accaduto, e io potrei aggiungere il senso di perdita che ho provato, ma non servirebbe a resuscitare le vittime. E poi, poi il mio punto di vista è diverso da quello che ho letto sui giornali fino a oggi.

E' diverso perché non mi considero una donna religiosa da molto tempo. Mi sento spirituale, che è ben diverso da religiosa. Sono una studiosa delle filosofie e dei culti antichi, non una seguace. In questo periodo, inoltre, avendo trovato due amiche con cui condividere il mio cammino e con la previsione di tornare a praticare Kriya Yoga a breve, osservo il protrarsi fratricida dell'odio tra le religioni monoteiste con sbigottimento. Se appartenessi a uno qualsiasi di questi tre culti sentirei che questi assassini hanno violato tutto quanto c'è scritto nelle sacre scritture. D'altro canto come si fa a lottare contro chi interpreta questi testi in modo del tutto individuale e seguendo solo i propri biechi scopi?

Francamente non riesco a vedere la fine di questo tunnel. Certo, so che tutto ha un inizio e una fine, ma l'odio e la violenza inaudita di questi tempi sono per molti versi nuovi e così caotici da sembrare incontenibili all'interno di un quadro logico. Pensiamo soltanto agli inviati di guerra: questi giornalisti specializzati hanno sempre potuto passare da una parte all'altra delle trincee per intervistare i soldati e i generali, chiede le loro motivazioni, cercare delle risposte per l'opinione pubblica. Oggi con l'Isis è impensabile anche solo concepire una tale possibilità, perché un giornalista che si avvicinasse al califfato verrebbe probabilmente catturato all'istante e giustiziato a favore di telecamera come è già occorso ad altri professionisti. E questa è solo una delle orribili novità delle nuove guerre religiose del XXI secolo.

C'è qualcosa di profondamente oscuro e senza speranza nello spirito di individui come questi assassini, perché se è vero che per vivere nella concordia e nella pace bisogna attenersi a delle leggi e compiere un lavoro sociale quotidiano che richiede fatica e senso di discernimento, credo che torturare, stuprare e uccidere nei modi più violenti bambini, donne, uomini e anziani ti faccia perdere ogni genere di umanità. E se perdiamo l'umanità non siamo più uomini. Questi individui hanno dunque avvelenato la propria anima e la propria umanità e non sono altro che marionette nelle mani dei loro burattinai. Dunque arriviamo al problema principale: pochi uomini potenti armano e manovrano milioni di braccia. Solo altri “potenti” possono comunicare con queste “teste pensanti”, ma evidentemente c'è ancora dell'altro dietro le quinte della storia che un essere umano comune può vedere dai telegiornali o leggere sui quotidiani. Se ne conclude che pochi uomini decidono per la vita e una terribile morte di interi popoli. E questo non è nuovo: questa è storia. Dovremmo esserne abituati, chiunque abbia studiato la storia dovrebbe.

Perciò chi comprende tutto questo e cerca di proseguire comunque lungo il proprio sentiero di pace e ricerca spirituale porta avanti un duro lavoro. Una ghirlanda per il rinnovamento del nuovo ciclo di rinascita primaverile della natura sembra poca cosa davanti a coltelli, fucili e bombe. Eppure la Terra è una maestra più antica dell'uomo e reca con sé una speranza che nessuno può distruggere.

Ghirlanda di Beltane

Commenti

Post popolari in questo blog

Recensione: “Sangue impuro” di Borislav Stankovic'

Recensione: “Scandalose” di Cristina de Stefano