Italiani in fuga dalle librerie. I perché sono tanti...



...e finalmente l'analisi di uno scrittore e giornalista, Giuseppe Marcenaro, conferma il mio pensiero, che purtroppo in pochi condividono, o perché non leggono, o perché si trovano immersi nelle brume della lettura da intrattenimento. Appunto.

Cosa scrive Marcenaro? Che le librerie hanno chiuso il 2012 con un sofferente -20%, dovuto sia alla crisi economica, sia ai libretti che definisce elegantemente 'gaglioffi', mentre io userei termini molto più offensivi.

Sono i romanzetti dalle copertine fluo, allegre, ciccolatose, plum-cakose, o ammicanti grazie a belle donne e begli uomini. O pseudo-biografie prive di senso. O analisi politiche e sociologiche all'acqua di rose.

Mi sono sempre chiesta se certi editori italiani pensino che siamo un popolo di capre. O se si preoccupano soltanto degli incassi. Forse le ragioni sono entrambe corrette, fatto sta che le giovani generazioni crescono con dei romanzetti (soprattutto) che deformano le loro menti, le lasciano in uno stato comatoso, quando non confusionale e contribuiscono a passare il messaggio di stili di vita superficiali, estremamente materialisti, con amoretti strappalacrime e totalmente irreali.

“Leggere non è un esercizio ginnico degli occhi” scrive Marcenaro. “Si legge per andare oltre la scrittura. Oltre la storia medesima che viene raccontata”.

Giusto. Penetrazione psicologica. Ricerca storica. Rivisitazione di luoghi e arti altrimenti distrutti dal passaggio del tempo. Arte allo stato puro.

Non è difficile capire se abbiamo sotto gli occhi un romanzetto inutile o un'opera letteraria. Basta domandarsi, mesi dopo averlo letto, cosa ci evoca. Quali sentimenti fa risorgere in noi. Cosa ci ha fatto capire. Che domande ci ha fatto porre.

Vedrete che, nel primo caso, sbarrerete gli occhi, smarriti.

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