Come districarsi dalla moltitudine dei pensieri che infestano la nostra mente e agire con maggiore incisività?


Mi sono appena deliziata nella lettura di questo articolo trovato su un inserto de Il Sole 24 Ore, dove si recensisce il saggio della psicologa e giornalista scientifica americana di origini russe Maria Konnikova: “Mastermind: how to think like Sherlock Holmes”.

Dal titolo, sembrerebbe uno dei soliti libretti di psicologia spicciola che si trovano sempre di più sugli scaffali delle librerie italiane. Invece, sorprendentemente non è affatto così e mi ha convinta perché, per un'iperattiva come me, che non riesce (quasi) mai a staccare la spina, i consigli della Konnikova sono quanto mai apprezzabili.

In buona sostanza, la psicologa prende di riferimento il noto personaggio creato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle, per dirci che nel cervello convivono due modelli:
1. il sistema Watson: veloce, caldo, disordinato;
2. il sistema Holmes: lento, freddo, riflessivo.
Noi viviamo la maggior parte della giornata in “modalità Watson”, il ché ci stressa, ci porta allo sfiancamento mentale che conosciamo tutti. La buona notizia è possiamo passare da uno all'altro quando vogliamo. Basta fare un po' di allenamento.

La psicologa ci spiega che noi usiamo il brain attic, riempiamo cioè il cervello come una soffitta, stipandoci dentro di tutto, indifferentemente, per poi lamentarci quando non troviamo quello che cerchiamo. Mettere ordine dentro questo caos è il primo passo per combattere il sistema Watson. Pertanto scegliamo quali pensieri far entrare e come organizzarli per richiamarli alla mente quando ne abbiamo bisogno. È così che si giunge a uno stato di limpidezza mentale.

Per farlo si possono usare le techiche del mindfulness, create a partire dagli anni 1970 dai professori Ellen Langer e Jon Jabat-Zinn. La meditazione mindfulness permette di calmare la mente, focalizzare l'attenzione sul presente, eliminare le distrazioni esterne. Se applichiamo questa metodologia, nel tempo miglioreremo le capacità di regolazione del tono dell'umore, oltre che il grado di concentrazione.

Il sistema Holmes è sinonimo del pensiero-mindful: quando è in procinto di risolvere un caso, il detective è al culmine della concentrazione. Per raggiungere questo stato mentale, si immerge nella sua poltrona di pelle, chiude gli occhi e si concentra. Visto dall'esterno sembra riposare, al contrario è grazie a questa calma apparente che il cervello lavora al massimo e con estrema purezza.

Ed ecco sfatato il mito della grandezza del multi-tasking: solo con l'unitasking possiamo produrre bene e non ingolfare la nostra materia grigia. Quindi operare un azione/pensiero alla volta.

Un consiglio preziosissimo in questa epoca. Io stessa mi ritrovo al computer con 4-5 finestre web aperte. Una su Facebook, un'altra sull'e-mail, un'altra ancora sul vocabolario, ecc ecc, mentre sto scrivendo. Frammentare il pensiero in più parti è quanto di meno sano possiamo fare per noi stessi, sia nel breve che nel lungo termine.

Infine, ogni tanto dobbiamo fermarci del tutto, per farlo riposare, il nostro cervello. Come? Suonando un violino, o meditando.

Commenti

  1. Hai perfettamente ragione, dovremmo far riposare ogni tanto il nostro cervello... ma, in alcuni casi è impossibile, soprattutto quando il cervello lo utilizzi per lavoro.

    Era da tanto che non passavo di qui ed è un piacere rileggerti.

    Un abbraccio

    Any

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  2. Grazie Any, e so cosa significhi l'impossibilità di attuare un simile proposito sul lavoro... ma appena si esce... ;-)

    RispondiElimina

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