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Visualizzazione dei post da marzo, 2013

La saggezza de "Le storie"

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Con questo lungo post, non voglio riferirmi alla saggezza insita nell'ascolto di aneddoti e storie raccontate per bocca di personaggi saggi del passato, come per esempio i dervisci. In questo caso, vorrei puntare il riflettore, per chi non lo conoscesse, su un programma televisivo contemporaneo, “Le storie”, di Corrado Augias e del suo ricco staff di giornalisti, tra cui spicca il direttore Vladimiro Polchi. È un programma di Rai Tre che stilla informazioni, stimola intuizioni e ci guida nel vasto mondo della letteratura, della filosofia, della storia (e di molto altro) con una scelta di libri e di autori eccezionale. Personalmente, non ricordo un altro programma televisivo, eccetto “Passepartout” di Philippe Daverio, tanto ricco e importante per la Conoscenza. Sacra e profana. Per darvi un assaggio della grandezza che scaturisce da questa trasmissione, oggi voglio unire il sunto di due puntate, tra le più profonde che io abbia visto e che partono, naturalmente, dallo studio

Recensione: “Inanna, Signora dal Cuore Immenso”, Betty De Shong Meador, Venexia

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Ho terminato la lettura di questo saggio storico, religioso e letterario con somma gioia e per una lunga serie di ragioni. Tuttavia, dal momento che 'la carne sul fuoco' è tanta e non voglio annoiare o rischiare di allontanare le persone dalla lettura di questo libro davvero meritevole, con commenti prolissi ed eccessivamente personali, cercherò di essere breve. Affacciarsi a questo testo, può inizialmente sembrare sconcertante. Anzitutto perché scopriamo che i primi testi di letteratura furono scritti da una donna -non da un uomo- e che donna: la sacerdotessa sumera, Enheduanna, vissuta in Mesopotamia intorno al 2300 a.C.. Questo significa che Enheduanna scrisse: 17 secoli prima della poetessa Saffo; 11 secoli prima del letterato Omero; 5 secoli prima del patriarca Abramo. Sembra quasi incredibile. Io non sono una femminista vecchia scuola. Tuttavia mi ritrovo quotidianamente ad avere a che fare con uomini che lottano per conservare il primato de

Come districarsi dalla moltitudine dei pensieri che infestano la nostra mente e agire con maggiore incisività?

Mi sono appena deliziata nella lettura di questo articolo trovato su un inserto de Il Sole 24 Ore, dove si recensisce il saggio della psicologa e giornalista scientifica americana di origini russe Maria Konnikova: “Mastermind: how to think like Sherlock Holmes”. Dal titolo, sembrerebbe uno dei soliti libretti di psicologia spicciola che si trovano sempre di più sugli scaffali delle librerie italiane. Invece, sorprendentemente non è affatto così e mi ha convinta perché, per un'iperattiva come me, che non riesce (quasi) mai a staccare la spina, i consigli della Konnikova sono quanto mai apprezzabili. In buona sostanza, la psicologa prende di riferimento il noto personaggio creato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle, per dirci che nel cervello convivono due modelli: 1. il sistema Watson: veloce, caldo, disordinato; 2. il sistema Holmes: lento, freddo, riflessivo. Noi viviamo la maggior parte della giornata in “modalità Watson”, il ché ci stressa, ci porta allo sfia

Reminiscenze amazzoniche

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E' curioso che io abbia appena terminato di studiare (per me stessa) il volume “Gli Slavi” di Francis Conte, dove si narra della leggenda delle amazzoni, legate anche ai popoli slavi, e subito dopo torni nel paese dove sono cresciuta per un lungo pomeriggio in mezzo ai cavalli... Ho letto e studiato molto, è vero, anche sull'argomento delle amazzoni, sulla storia e sulla reincarnazione! Ma se sono riuscita a farmi un'idea concreta riguardo alla storia delle donne guerriere, non posso dire di avere certezze riguardo alla reincarnazione. Tuttavia, quando mi ritrovo immersa nel mondo equestre, posso assicurarvi che la sensazione profonda gioia e comunione che provo è talmente grande e inebriante, che a tratti mi sembra di correre il rischio di esplodere. E' difficile contenere tanta felicità. Purtroppo non ho la fortuna di poter cavalcare spesso. Questa è la foto di qualche anno fa, quando andai a un festival chiamato Alleva Cavalli a Villanova di San Daniele (UD

Italiani in fuga dalle librerie. I perché sono tanti...

...e finalmente l'analisi di uno scrittore e giornalista, Giuseppe Marcenaro, conferma il mio pensiero, che purtroppo in pochi condividono, o perché non leggono, o perché si trovano immersi nelle brume della lettura da intrattenimento. Appunto. Cosa scrive Marcenaro? Che le librerie hanno chiuso il 2012 con un sofferente -20%, dovuto sia alla crisi economica, sia ai libretti che definisce elegantemente 'gaglioffi', mentre io userei termini molto più offensivi. Sono i romanzetti dalle copertine fluo, allegre, ciccolatose, plum-cakose, o ammicanti grazie a belle donne e begli uomini. O pseudo-biografie prive di senso. O analisi politiche e sociologiche all'acqua di rose. Mi sono sempre chiesta se certi editori italiani pensino che siamo un popolo di capre. O se si preoccupano soltanto degli incassi. Forse le ragioni sono entrambe corrette, fatto sta che le giovani generazioni crescono con dei romanzetti (soprattutto) che deformano le loro menti, le la